Il 29 e 30 novembre si è svolta a Verona la sedicesima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana.

Come ogni anno si sono sfidati i migliori progetti d’impresa innovativa, la giuria ha giudicato le 59 start-up finaliste sulla base di:

  • Originalità dell’idea imprenditoriale,
  • Realizzabilità tecnica,
  • Interesse per gli investitori,
  • Adeguatezza delle competenze del team,
  • Attrattività per il mercato.

Il montepremi ammontava a un milione di euro di cui 600.000 riservati a servizi offerti dagli atenei e dagli incubatori soci di PNICube.

Per il secondo anno consecutivo il vincitore del PNI è una startup che contribuisce al filone di industry 4.0. Questo a testimonianza dell’attualità della ricerca e delle applicazioni innovative delle università italiane che, attraverso le loro idee imprenditoriali, possono attivamente contribuire alla crescita e all’innovazione di uno degli asset fondamentali dell’economia del Paese, la manifattura, sottolinea il presidente di PNICube, Giovanni Perrone.

Premi e vincitori:

  • Il premio NTT DATA INDUSTRIAL (produzione industriale innovativa) e VINCITORE ASSOLUTO PNI è stato assegnato al MOI (Lombardia). Ha vinto il premio presentando una tecnologia additive manufacturing, capace di realizzare prodotti ad elevate prestazioni in materiale composito. Gabriele Natale ha presentato la proposta del suo gruppo affermando che: 

    si tratta di un sistema all’avanguardia che prevede l’utilizzo di una macchina a controllo numerico in grado di depositare delle fibre continue impregnate di resina termoindurente al fine di creare oggetti ad elevate prestazioni orientando le fibre in funzione del carico che dovranno sopportare.

  • L’InnovaCarbon (Calabria) ha vinto il premio Iren CLEANTECH & ENERGY (miglioramento della sostenibilità ambientale) presentando un filtro assorbente composto da nanomateriali in grado di depurare le acque contaminate da sostanze organiche. 

    I filtri hanno un’incredibile versatilità – dice Danilo Vuono, responsabile produzione – il campo di applicabilità spazia dalle acque marine e dolci, alle acque industriali e civili, inquinate da petrolio greggio, benzine, diesel, tutte le tipologie di coloranti industriali, oli e acque di vegetazione.

  • Il premio tecnologie dell’informazione e dei nuovi media (PwC ItaliaICT) è stato vinto dall’Ofree (Veneto): grazie alla realizzazione di un’applicazione in grado di permettere alle persone di convertire il tempo speso giocando ai videogiochi in donazioni. Nicolò Santin, Ceo della startup, ha dichiarato che: 

    per le aziende si tratterà di un nuovo veicolo per poter comunicare con il pubblico, fare brand awareness e brand reputation, una forma di advertising socialmente responsabile. Per le organizzazioni non profit sarà un’innovazione dirompente

  • Il premio relativo al miglioramento della salute delle persone (LIFE SCIENCES) è stato assegnato alla Relief (Toscana), hanno realizzato uno sfintere endouretrale per il ripristino della continenza urinaria, caratterizzato da scarsa invasività e facilità di utilizzo. La capoprogetto Francesca Gioia Lucarini, ha affermato: 

    si tratta di uno strumento più efficace, meno invasivo e costoso, unisex, molto più accettabile dal punto di vista del paziente, rispetto a quanto presente attualmente sul mercato.

Oltre alle varie menzioni e ai premi speciali assegnati ad altri progetti, anche una startup dell’Emilia Romagna è stata premiata, la Tomapaint.
Il Premio Speciale Matheria (messo a disposizione da Principia Sgr.) ha assegnato alla Tomapaint un importo di quindicimila euro, anche in forma di servizi.
Il progetto premiato si affida all’economia circolare e mira a rivoluzionare il settore degli imballaggi metallici per alimenti, portando benefici ad ambiente e salute: estrarre dalle bucce di pomodoro una bio-resina, la cutina, da utilizzare all’interno delle lattine alimentari al posto di quella attualmente utilizzata estratta dal petrolio.

 Fonte: www.pnicube.it

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